Caso di Liliana Resinovich: c'è un DNA sul famigerato “cordino”, ma...

Torna a far discutere il caso di Liliana Resinovich, la 63enne pensionata residente a Trieste, scomparsa il 14 dicembre e trovata cadavere in un boschetto vicino all'ospedale psichiatrico "San Giovanni" il 5 gennaio. Nei giorni scorsi il marito Sebastiano Visintin era stato protagonista di un duello a distanza con l'amante della donna Claudio Sterpin. L'"amico speciale" aveva sostenuto fin da subito che Lilly voleva lasciare il compagno e ricominciare una nuova vita, mentre Visintin, spesso comparso nella trasmissione televisiva "Quarto Grado", aveva rilasciato dichiarazioni al fulmicotone come «Claudio mente, ha inventato tutto».

Un caso apparentemente semplice, ma con tante, troppe domande suggestive: durante una puntata della succitata trasmissione Mediaset, per commentare lo strano ritrovamento del cadavere (parzialmente sigillato in più sacchi della spazzatura), il criminologo Massimo Picozzi rilasciò una strana dichiarazione datata 18 febbraio: «Se torniamo all'ipotesi dell'omicidio, quello che colpisce è l'aspetto sessuale. Mi sembra una scena del delitto di tipo erotico», mentre il 25 dello stesso mese asserì che «il corpo è stato lasciato con modalità rituale, c'è un terzo soggetto, questi due signori non c'entrano. Se si trattasse di un suicidio sarebbe con componenti rituali, con la vittima che ha fantasticato a lungo su come metterlo in pratica, ma ne dubito». Un mistero sotto tutti i punti di vista, in grado si scatenare la fantasia perfino di navigati esperti in campo criminologico.

Gli esiti degli esami tossicologici sul corpo della povera Liliana hanno escluso qualsiasi presenza di sostanze stupefacenti, mentre le tracce del DNA trovate sul cordino che stringeva al collo della donna due sacchetti di nylon non appartengono a nessuno dei tre uomini più vicini alla vittima ossia Visintin, Sterpin e il vicino di casa, il carabiniere in pensione Salvatore Nasti. A complicare ancora di più la situazione il dubbio per cui il cadavere sarebbe stato spostato da un posto sconosciuto al luogo del ritrovamento: durante altre analisi non sono stati repertati segni di esposizione all'aria aperta particolarmente rilevanti né tracce di insetti.

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Autore: Davide Ronca

Dottore in giurisprudenza con un master in scienze forensi e uno in scienze criminologiche. Giornalista dal 2007, è da sempre attivissimo sul web per portare un'informazione di qualità.